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Nei mesi scorsi, progettando un percorso di sviluppo della leadership dedicato a manager con diversi livelli di seniority e basato sulle competenze di intelligenza emotiva, mi sono chiesta:

come potremmo supportare le aziende che oggi si trovano ad affrontare e gestire l’avvento delle nuove generazioni di lavoratori?

La domanda mi è sorta spontanea riflettendo sul fatto che, come ormai ampiamente provato, i leader di successo sono sempre più caratterizzati da elevate competenze di intelligenza emotiva quali la consapevolezza e la padronanza di sé, la motivazione, l’empatia e la gestione delle relazioni sociali.

È quindi vitale per le aziende coltivare una cultura fondata sull’intelligenza emotiva, che sviluppi nei giovani quelle competenze necessarie a far crescere una generazione di manager eccellenti nel medio-lungo periodo.

Tabella dei Contenuti

Ma le aziende sono pronte ad accogliere la sfida?

I manager di oggi hanno adeguate skill cognitive ed emotive per guidare i giovani che saranno i leader di domani?

Il fenomeno dei cosiddetti Millennial rappresenta un vero e proprio ‘tsunami’ generazionale perché tra meno di 10 anni costituiranno circa il 75% della forza lavoro mondiale.

Le aziende sono pronte ad accoglierli, gestirli e fidelizzarli o sono già drammaticamente in ritardo nell’affrontare l’evoluzione culturale necessaria a integrarli nelle loro organizzazioni?

Sono pronte ad affrontare le sfide di un gap culturale che contrappone una visione analogica del mondo con una nuova visione digitale?

E soprattutto, sono in grado di far convivere questi due diversi modi di vedere la realtà senza pregiudizi, cercando di prendere il meglio di entrambe le visioni?

La prima cosa con cui fare i conti sono i diversi processi cognitivi delle generazioni del nuovo millennio, la loro modalità di fruizione delle informazioni e il loro stile relazionale che non solo è completamente diverso dal nostro, ma che spesso crea delle vere e proprie barriere di comunicazione.

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Chi sono i Millennial di cui tutti parlano?

I figli della Generazione Y sono colti, curiosi, veloci, sintetici. La loro realtà è fatta di stimoli continui, sono sempre connessi, anche di notte. Lavorano da ovunque, a qualsiasi ora, ma non vogliono sentirsi imbrigliati in schemi di orari rigidi o dalla necessità di essere fisicamente presenti in azienda.

Hanno bisogno di flessibilità per bilanciare l’attività lavorativa con la vita e gli interessi personali, cosa che per loro conta più dei soldi.

Scrivono di più dei loro coetanei delle generazioni precedenti, ma hanno sviluppato un linguaggio più sintetico di quello appreso sui banchi di scuola, a causa (o grazie) all’utilizzo dei social media.

Sono socialmente responsabili, attenti all’ambiente, pensano globale, ma agiscono locale. Sono mobili e si aspettano che tutto quello di cui hanno bisogno si muova con loro: servizi, informazioni, lavoro, relazioni, comunicazione, intrattenimento.

Sono interessati più all’accesso che al possesso.

Un esempio?

Non aspirano a possedere un’auto, ma sono interessati alle nuove tecnologie in campo di mobilità, come le auto senza pilota. Ritengono più facile ed economico utilizzare il car sharing o i mezzi di trasporto ed evitare code e problemi di parcheggio; infatti i proprietari di auto sono passati dal 74% della Generazione X al 48% di quella dei Millennial.

Sono flessibili, considerano l’errore come un’occasione di apprendimento e sono pronti a ripartire dopo un fallimento modificando, se necessario, i loro obiettivi.

Sono impazienti e voglio vedere i loro bisogni soddisfatti immediatamente.

Hanno bisogno di feedback continui, di sentirsi partecipi e di sapere che il loro lavoro fa la differenza e ha un impatto significativo in azienda.

Creare in azienda una cultura ‘emotivamente intelligente’

Secondo i Millennial le aziende che adottano comportamenti operativi emotivamente intelligenti sono quelle permeate da una cultura di ascolto, condivisione e comunicazione.

E quindi cosa fare per essere pronti a evolvere le organizzazioni in questa direzione?

Vediamo insieme quali sono i 7 step.

1. Informare e comunicare… in modo social

È fondamentale informare i Millennial costantemente su cosa accade in azienda, ascoltare le loro opinioni e aprire un dialogo basato sulla partecipazione.

Sviluppare una cultura dell’ascolto e del feedback risponde alle esigenze delle nuove generazioni, in cerca di frequenti riscontri per capire se le loro performance sono in linea con le aspettative e per sapere come migliorare le loro skill professionali.

Risulta inoltre funzionale per una buona comunicazione impiegare le stesse piattaforme tecnologiche usate dalla Generazione Y quali social network, app, chat.

2. Sviluppare una cultura della mentorship in azienda

Passare da un modello manageriale di comando e controllo a un modello democratico e di collaborazione favorisce una migliore integrazione di tutte le componenti aziendali.

Per promuovere la crescita professionale, è vitale creare progetti basati sulla mentorship da parte dei senior manager per sviluppare nei giovani skill che non appartengono al loro modo di vedere il mondo, ma che sono fondamentali per un leader: visione strategica e di lungo periodo, capacità di ritardare il bisogno di gratificazione immediata, capacità di gestire le emozioni.

3. Creare percorsi di crescita professionale dinamici

I Millennial aspirano a crescere velocemente non tanto e non solo in termini di soldi e carriera, ma soprattutto in termini di competenze e di varietà di incarichi.

È quindi molto importante offrire loro opportunità di apprendimento continuo e di sviluppo, attraverso la creazione di progetti interfunzionali, di rotazione delle mansioni e di mobilità sia geografica sia di ruolo.

4. Adottare il lavoro flessibile e in mobilità

Consentire un giusto bilanciamento tra la vita lavorativa e quella personale, utilizzando lo Smart working in modo strutturato e facendolo diventare una prassi consolidata.

5. Promuovere la digital transformation

Creare una vera trasformazione digitale delle aziende non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche e soprattutto da un punto di vista di comportamenti sociali, relazionali e di comunicazione.

6. Utilizzare le loro skill tecnologiche

I Millennial hanno un cervello tecnologicamente più esperto di quello delle generazioni precedenti e possono ottenere informazioni velocemente attraverso il loro vasto social network.

Questo può essere un enorme vantaggio competitivo per le aziende che vogliono esplorare nuovi modi di comunicare con i loro clienti usando nuove competenze distintive.

7. Preparare il middle management

Preparare programmi di incontro delle diverse generazioni in azienda risulta utile a capire meglio il punto di vista di ognuno. Non è inoltre da sottovalutare il coinvolgimento dei manager in percorsi di formazione e di coaching per prepararli a guidare i Millennial utilizzando la mentorship.

Talvolta può rivelarsi funzionale sperimentare team di lavoro misti per generazione e programmi di mentoring a due vie per consentire, sia ai manager più esperti sia ai nuovi assunti, di interagire tra loro e imparare gli uni dagli altri.

Lo tsunami Millennial è sicuramente una sfida, ma è anche un’opportunità per le aziende e per i manager di entrare in contatto con i veloci, e spesso discontinui, cambiamenti del mondo in cui viviamo, prendendo migliori decisioni basate su una visione nuova e differente della realtà.

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Roberta Maselli

Milanese di nascita e valtellinese di adozione, dopo la laurea in relazioni pubbliche allo IULM ha iniziato il suo percorso professionale in HR nel settore dell’acciaio, per poi spostarsi in quello delle telecomunicazioni in cui si è occupata di CRM e formazione per oltre vent’anni.Ha partecipato agli startup di Omnitel Pronto Italia e di H3G, aziende in cui ha ricoperto sia ruoli di staff come responsabile della formazione e del CRM, sia ruoli operativi in qualità di direttore di call center interni e in outsourcing. Crede fortemente nella capacità delle persone di evolversi e per questo si è appassionata al coaching, strumento che usa con successo nei programmi di sviluppo manageriale.